15 cori
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Frosinone |
Il Fucecchio vinse contro la pisellandia e si tolsero i deretani e gli misero nel cu*o dei pisellini
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Prato |
Da una vita lo cantiamo, l'arancione noi lo odiamo! Tra sconfitte e delusioni, solo tante umiliazioni!
Ce lo dice anche la storia quanto è squallida Pistoia, Musciattino l'ha insegnato quanto dura un Piro a Prato!
Pistoiese vaff*****o, Pistoiese vaff*****o!
Ce lo dice anche la storia quanto è squallida Pistoia, Musciattino l'ha insegnato quanto dura un Piro a Prato!
Pistoiese vaff*****o, Pistoiese vaff*****o!
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Prato |
DA UNA VITA LO CANTIAMO L ARANCIONE NOI ODIAMO DERBY PERSI E DELUSIONI COL PRATO SOLO UMILIAZIONI CE LO DICE ANCHE LA STORIA QUANTO E SQUALLIDA PISTOIA MUSCIATTINO CI HA INSEGNATO QUANTO DURA UN PIRO A PRATO
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Lucchese |
Pistoiese sei uno zingaro! Zingaro! Zingaro!
Pistoiese sei uno zingaro! Zingaro! Zingaro!
Pistoiese sei uno zingaro! Zingaro! Zingaro!
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Pescara |
Sebastiani fuori da Pescara fuori da fuori da Pescara
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Roma |
Francesco nacque ad Assisi nel 1182, da Pietro di Bernardone, ricco mercante di stoffe
preziose, e da Madonna Pica; la madre gli mise nome
Giovanni; ma, tornato il padre dal suo viaggio in Francia, cominciò a chiamare il figlio Francesco
(FF1395). Prima della
conversione il giovane Francesco fu partecipe della cultura "
cortese
-
cavalleresca"
del proprio secolo e delle ambizioni del proprio ceto sociale (la nascente borghesia).
Nel 1202, tra le fila degli homines populi, prese parte allo scontro di Collestrada con i perugini e
i boni homines fuoriusciti assisani: Francesco fu
catturato con molti
suoi concittadini e condotto prigioniero a Perugia…Dopo un anno, tra Perugia e Assisi fu
conclusa la pace, e Francesco rimpatriò insieme ai compagni di prigionia
(FF 1398).
Decide allora di realizzare la sua aspirazione a diventare miles (cavaliere) e nel 1205 si unisce
al conte Gentile, che partiva per la Puglia, onde essere da lui creato cavaliere
(FF 1491). È a questo punto della vita di Francesco che iniziano i segni premonitori di un
destino diverso da quello che lui aveva sognato. In viaggio verso la Puglia, giunto a Spoleto,
a notte fatta si stese per dormire. E nel dormiveglia udì una voce interrogarlo:
«Chi può meglio trattarti: il Signore o il servo?»
. Rispose:
«Il Signore»
. Replicò la voce:
«E allora perché abbandoni il Signore per il servo?»
(FF 1492). L’indomani Francesco torna ad Assisi aspettando
che Dio, del quale aveva udito la voce, gli rivelasse la sua volontà
(FF 1401).
Trascorre circa un anno nella solitudine, nella preghiera, nel servizio ai lebbrosi, fino a
rinunciare pubblicamente, nel 1206, all’eredità paterna nelle mani del vescovo Guido e
assumendo, di conseguenza, la condizione canonica di penitente volontario. Francesco veste
l’abito da eremita
continuando a dedicarsi all’assistenza dei lebbrosi e al restauro materiale di alcune chiese in
rovina del contado assisano dopo che a San Damiano aveva udito nuovamente la voce del
Signore dirgli attraverso l’icona del Crocifisso:
1 / 5
La vita di San Francesco d'Assisi
Scritto da Padre Daniele Giglio
«Francesco va’, ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina»
preziose, e da Madonna Pica; la madre gli mise nome
Giovanni; ma, tornato il padre dal suo viaggio in Francia, cominciò a chiamare il figlio Francesco
(FF1395). Prima della
conversione il giovane Francesco fu partecipe della cultura "
cortese
-
cavalleresca"
del proprio secolo e delle ambizioni del proprio ceto sociale (la nascente borghesia).
Nel 1202, tra le fila degli homines populi, prese parte allo scontro di Collestrada con i perugini e
i boni homines fuoriusciti assisani: Francesco fu
catturato con molti
suoi concittadini e condotto prigioniero a Perugia…Dopo un anno, tra Perugia e Assisi fu
conclusa la pace, e Francesco rimpatriò insieme ai compagni di prigionia
(FF 1398).
Decide allora di realizzare la sua aspirazione a diventare miles (cavaliere) e nel 1205 si unisce
al conte Gentile, che partiva per la Puglia, onde essere da lui creato cavaliere
(FF 1491). È a questo punto della vita di Francesco che iniziano i segni premonitori di un
destino diverso da quello che lui aveva sognato. In viaggio verso la Puglia, giunto a Spoleto,
a notte fatta si stese per dormire. E nel dormiveglia udì una voce interrogarlo:
«Chi può meglio trattarti: il Signore o il servo?»
. Rispose:
«Il Signore»
. Replicò la voce:
«E allora perché abbandoni il Signore per il servo?»
(FF 1492). L’indomani Francesco torna ad Assisi aspettando
che Dio, del quale aveva udito la voce, gli rivelasse la sua volontà
(FF 1401).
Trascorre circa un anno nella solitudine, nella preghiera, nel servizio ai lebbrosi, fino a
rinunciare pubblicamente, nel 1206, all’eredità paterna nelle mani del vescovo Guido e
assumendo, di conseguenza, la condizione canonica di penitente volontario. Francesco veste
l’abito da eremita
continuando a dedicarsi all’assistenza dei lebbrosi e al restauro materiale di alcune chiese in
rovina del contado assisano dopo che a San Damiano aveva udito nuovamente la voce del
Signore dirgli attraverso l’icona del Crocifisso:
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La vita di San Francesco d'Assisi
Scritto da Padre Daniele Giglio
«Francesco va’, ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina»
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